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Fabio Fazio lascia la Rai a maggio?

31 Marzo 2017
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Fabio Fazio lascia la Rai a maggio?

Non molto tempo fa, la Rai, cedendo sotto i colpi di un’indignazione tanto frequente, quanto effettivamente priva di movente, aveva deciso di apporre un tetto ai possibili guadagni dei suoi dipendenti, fissato nella cifra pari a 240 mila euro l’anno, salvo poi fare clamorosa marcia indietro nel corso del mese di febbraio e specificare che la suddetta cifra non riguardava gli artisti, ma solo dirigenti, manager e tutti coloro che, operando dietro le quinte, risultano agevolmente intercambiabili senza troppi traumi per il pubblico.

Anche se spacciata per una manovra troppo azzardata e corretta da una (fintissima) precisazione, la cosa non è comunque andata troppo a genio ad artisti e presentatori di casa Rai, già pronti dal mese di novembre a fare bagagli a ad andare ad abbracciare tutti quegli editori privati per i quali non esistono tetti o limiti di sorta, non trovandosi vincolati al pagamento dell’abusatissimo canone o ad una patina pubblica che porta il cittadino medio a ritenersi l’amministratore delegato dell’azienda, più o meno con la stessa frequenza con cui reputa di essere il Ct della Nazionale.

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Colpito da una crisi professionale apparentemente priva di motivazioni, il primo grande volto storico della Rai a lasciare Via Teulada potrebbe essere Fabio Fazio, autore di un laconico tweet in cui parla di ingerenze politiche nelle vicende della televisione di Stato e di un malumore che risulta ancora difficile attribuire ad effettivi malfunzionamenti della colossale macchina editoriale, oppure ad uno sconvolgimento ormonale provocato dall’ora legale.

Annunciando la volontà di essere un giorno produttore di se stesso (e chi non lo vorrebbe?) Fazio ha inoltre rilasciato un’intervista a Repubblica nella quale tuona contro l’ormai sempre più indefinita categoria dei politici, autrice di uno scempio compiuto ai danni della televisione di Stato e di ogni spazio comune presente nel nostro Paese.

Senza voler entrare nel merito delle scelte di Fabio Fazio, che è libero di lavorare per chi vuole e dove vuole senza dover fornire alcun tipo di giustificazione, la scoperta dell’ingerenza della politica nelle vicende di casa Rai (fenomeno non esattamente di ieri o dell’altro ieri) proprio all’indomani della comparsa del fatidico tetto appare un po’ sospetta, almeno fino al punto di alimentare quella maldestra indignazione che aveva dato origine ad una decisione ancora più maldestra e campata per aria.

 

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