Un tempo avvolte da assurde leggende e luoghi comuni, le fantomatiche “ragazze dell’Est†venivano considerate l’emblema vivente della disponibilità sessuale e si riteneva che fosse sufficiente far loro dono di una biro Bic o di un paio di collant per potere entrare nelle loro grazie ad avere accesso a paradisi erotici inimmaginabili da questa parte della Cortina di Ferro.
Una volta caduto il Muro (e con esso tutta la mitologia associata), le ragazze dell’Est sono paradossalmente divenute oggetto di opposte leggende urbane, trasformandosi nell’immaginario collettivo in supereroine tutte casa, famiglia e palestra, attente ai dettami della moda anche sotto la doccia e in grado di resistere alle inevitabili conseguenze organiche della gravidanza, in virtù di una sorta di superiorità genetica oggetto di una ricerca degna del Santo Graal.
Fino a quando tutte queste scemenze vengono enunciate all’interno di una fumosa osteria o di una pagina Facebook, il mondo segue il suo naturale ed inevitabile corso; i problemi sorgono tuttavia quando una trasmissione della Rai, Parliamone sabato (rubrica settimanale de “La vita in Direttaâ€) si cimenta a divulgare colossali idiozie spacciate per verità antropologiche, senza curarsi troppo di urtare l’altrui sensibilità e l’altrui intelligenza.
Per questa ragione, la trasmissione condotta da Paola Perego è finita al centro di un fuoco incrociato da parte delle ragazze di “casa nostraâ€, implicitamente investite da altri luoghi comuni di segno opposto, dalle stesse ragazze dell’Est, stufe di venire trasformate in fumetti culturali e da parte di chi ritiene che i soldi spesi per il famigerato Canone Rai dovrebbero venire destinati ad un uso più intelligente e al progresso dell’umana conoscenza.
A seguito di una serie di polemiche tanto rapida quanto veemente, la Rai ha deciso di chiudere la rubrica incriminata e d togliere a Paola Perego il suo spazio settimanale, non accettando le scuse della produzione e scegliendo una via drastica, utile a lanciare un segnale di speranza oltre la metaforica Cortina di Ferro che separa la conoscenza dall’idiozia.
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