Tutti gli ex giovani, desiderosi di prolungare il proprio stato di grazia ben oltre la carta di identità e di rimandare il più possibile oneri coniugali e concepimento della prole, sono soliti ripetere che ormai i“trent’anni sono i nuovi venti†e che, per tanto, tutti quei comportamenti un tempo ritenuti come deprecabili, se riferiti ad un soggetto ultratrentenne, si trovano ad essere oggi pienamente legittimi e naturali.
Se la rinnovata passione per l’eterna giovinezza riesce ad ingannare qualche alticcio avventore di una discoteca di periferia, rimane tuttavia il problema legato al nostro orologio biologico, generalmente indifferente a mode, tendenze e grottesche emulazioni di una giovinezza da tempo appassita.
Tramite il ricorso ad un sofisticato calcolatore computerizzato, denominato Fertility Calculator, un gruppo di ricercatori facenti capo alla Erasmus University di Rotterdam è infatti riuscito a stabilire le modalità corporee attraverso le quali concepire un figlio e l’età ideale per decidere di diventare genitori e di lasciare lo spazio in discoteca alla generazione prossima ventura.
Secondo il complesso algoritmo elaborato da Fertility Calculator, l’età giusta per una donna di avere figli sarebbe intorno ai 32 anni, in caso si desideri avere un unico figlio, mentre l’età tende drasticamente ad abbassarsi fino alla soglia dei 23 anni in caso si desideri una prole più numerosa e un’allegra famigliola felice con almeno tre figli che scorrazzano per casa.
In sostanza, il calcolo messo a punto dai medici olandesi riesce a prevedere con una certa precisione le tempistiche esatte che consentono di procreare senza il ricorso alla fecondazione in vitro o a sgradevoli trattamenti ormonali e riesce a trarne un’indicazione utile a dare il via ad un processo di concepimento che risulta inevitabilmente destinato a divenire più difficoltoso con l’avanzare dell’età .
In caso si decida dunque di temporeggiare troppo a lungo, ne consegue dunque un drastico abbattimento della soglia di fertilità che comporta un rischio di fallimento pari al 50% superati i 35 anni e che si traduce inevitabilmente in una delusione delle aspettative qualora si desideri una prole numerosa dopo i 40 anni.
Secondo lo schema elaborato da Fertility Calcualtor, coloro che iniziano a tentare l’opera di concepimento verso i 23 anni possiedono infatti un coefficiente di successo pari al 90%; cifra che tende a diminuire al 75% verso i 34 anni per poi piombare drasticamente nel baratro una volta comparse le prime rughe e i primi capelli bianchi.
Se si considera che in Italia le donne decidono di avere il primo figlio intorno ai 30 anni, lo studio olandese offre una panoramica piuttosto esaustiva di quelle che sono le reali potenzialità di concepimento e ci ricorda, per un attimo, che da un punto di vista biologico i trent’anni non sono affatto i nuovi venti, ma i vecchi e consueti trenta, senza proroghe o amnistie dell’ultima ora.
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