La piaga relativa ad obesità e sedentarietà è ormai divenuta oggetto di più che giustificate crociate condotte dalla classe medica e l’avversione verso i pomeriggi trascorsi sul divano ha raggiunto un apice tale che, qualunque cosa consenta ai più pigri di alzarsi per un attimo dal loro giaciglio, viene accolta dai camici bianchi di mezzo mondo alla stregua di un solenne toccasana, a prescindere dalla sua effettiva natura.
Non stupisce più di tanto che all’indomani del rilascio dell’app Pokémon Go, numerosi esperti internazionali forniscano un inatteso endorsement al videogioco, proprio in virtù della sua capacità di agire a livello intimo su un grande pubblico appassionato di tecnologia che risulta, quasi per definizione, piuttosto sedentario e avvezzo a lunghe passeggiate.
Secondo una recente inchiesta pubblicata dal quotidiano The Guardian, l’avvento di Pokémon Go ha infatti prodotto una sostanziale spinta all’attività fisica, per quanto blanda possa essere, per un enorme numero di giovani sedentari, con il risultato di un aumento della percorrenza media pari 5 km al giorno; misura in grado di lenire un po’ tutti i rischi connessi con l’inattività a e di scongiurare quei medesimi aumenti ponderali e accorciamento dei telomeri che si trovano alla base di numerose patologie e invecchiamento precoce.
Andando in seguito a tradurre su un piano metabolico i fatidici 5 km trascorsi durante la caccia ai Pokémon, un gruppo di ricercatori ha dedotto che l’attività definita come “smartphone walking†consente di bruciare circa 1800 calorie al giorno e che gli appassionati dell’app dedicano un tempo medio pari a 33 minuti al giorno all’attività in questione, con conseguenti benefici sulla salute complessiva del loro organismo.
Fa eco all’opinione del The Guardian il dietologo Jmaes Levine, facente capo alla Mayo Clinic, secondo il quale un uso moderato e continuo dell’applicazione potrebbe rappresentare il movente per gite ed escursioni in campagna presso quella fascia di popolazione che avrebbe preferito, fino a poco tempo fa, amputarsi entrambe le gambe piuttosto che puntare la sveglia la domenica mattina e decidere di cimentarsi con gitarelle nei boschi.
Tutto ciò può rivelarsi positivo solo in caso non si decida di gettarsi sotto le ruote di un camion per inseguire Pikachu o non si cada vittima di disturbi da stress prodotti dalla frenetica attività cerebrale, per cui, in caso l’unico modo per farci alzare dal vano sia rappresentato proprio da Pokémon Go, dietologi e medici invitano comunque alla prudenza, prima di trovarci a rimpiangere persino quegli accumuli adiposi che costituiscono ormai il movente per runa crociata medica globale.
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