Alcuni prodotti e applicazioni diventano negli anni talmente popolari da trasformarsi nell’emblema stesso di una determinata categoria quasi per antonomasia: se nel linguaggio comune, la gente parla di “jeep†per riferirsi ad una qualunque tipologia di fuoristrada, pare che sia arrivata l’ora in cui WhatsApp esca dal suo ristretto novero di applicazione per denotare l’intero panorama relativo agli scambi di messaggi attraverso telefono.
Stando a quanto sostiene l’autorevole fonte rappresentata dal giornale The Economist, pare infatti cheil numero dei messaggi scambiati attraverso la popolare applicazione per smartphone abbia ormai raggiunto la stratosferica cifra pari a 30 miliardi di unità al giorno e che il sorpasso sulla tradizionale tecnologia sms sia imminente dal compiersi (entro la fine del corrente semestre) o addirittura già avvenuto.
Numerosi analisti di mercato parlano infatti di un distacco già esistente stimato in circa 10 miliardi di messaggi quotidiani, che vedrebbe gli sms attestarsi alla soglia delle 20 miliardi di unità su scala globale e patire così un gap dall’applicazione dalla dimensioni enormi e sicuramente imprevedibili alla viglia del lancio di WhatsApp, avvenuto nel2009 grazie alla geniale intuizione di due ex-dipendenti della società informatica Yahoo!.
Il successo di WahstApp testimonia, da un lato,l’insofferenza diffusa nei confronti di operatori telefonici e piani tariffari non sempre limpidi e dall’altro il ruolo preponderante assunto dalle connessioni internet nel mercato degli smartphone, sempre più elemento imprescindibile per il successo di un qualunque dispositivo, anche a fronte di un’ampia utenza nostrana non ancora convertitasi alle gioie offerte dagli avveniristici telefoni tutto fare.
In attesa che si compia la rivoluzione annunciata a più riprese dall’azienda californiana e che anche le telefonate diventino materia utile per una fruizione gratuita attraverso la Rete, WahtsApp può cimentarsi con i suoi progetti futuri forte di un’utenza potenzialmente illimitata e augurarsi che il proprio marchio giunga a rimpiazzare la parola “messaggio†o “sms†nelle comuni accezioni linguistiche, impieghiate per denotare un prodotto o un’applicazione immensamente popolari.
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