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Sindrome di Down, domenica giornata per l’inclusione sociale

A differenza di quanto accade per numerose patologie congenite a carico del patrimonio cromosomico o del sistema nervoso centrale, la Sindrome di Down porta in dote la piena consapevolezza della propria differenza rispetto al mondo dei soggetti “normali” (ammesso che esista davvero qualcosa come la normalità) e la conseguente tendenza all’autosegregazione da parte di un novero di soggetti che percepisce le comuni dinamiche sociali alla stregua di uno scoglio invalicabile, benché la volontà permanga comunque presente.

Dato che prevenire la comparsa della Sindrome di Down risulta ancora impossibile, trovandosi la patologia ad avere natura cromosomica e sviluppandosi già nelle prime fasi del grembo materno, il compito di ogni società degna di tal nome è quello di creare strutture fisiche e sociali deputate ad accogliere al loro interno i soggetti muniti del fatidico cromosoma in più, per i quali, condurre un’esistenza piena e soddisfacente non risulterebbe affatto impossibile se non esistessero le limitazioni imposte dalla malafede e dalle paure altrui.

Con l’intento di portare all’attenzione del grande pubblico le problematiche connesse con i processi di integrazione scolastici e lavorativi che coinvolgono l’universo dei soggetti vittima della Sindrome, prenderà il via domenica un’iniziativa dal carattere nazionale, rivolta ad aumentare il coefficiente di inclusione mediante un’opera di auto-fjnanziamento condotta in oltre 200 piazze italiane.

Semplicemente acquistando un particolare messaggio di cioccolato venduto dai volontari facenti capo all’associazione CoorDown Onlus sarà possibile offrire un contributo a tutti quei progetti messi in campo dalla Onlus con l’intento di giungere alla piena inclusione e alla piena autonomia delle persone affetta da Sindrome di Down e sopperire così alla penuria di risorse storicamente stanziate dai vari governi in direzione del versante sociale connesso con la patologia.

Nel corso della Giornata Nazionale della Sindrome di Down si potrà dunque entrare a far parte di un semplice sistema di solidarietà volto alla tutela dei pazienti, in attesa che la ricerca giunga a ricondurre la Sindrome di Down ad un’origine ben precisa e che renda superflue tutte quelle attenzioni rese necessarie dalla dura disgrazie presente tra volontà e consapevolezza.

 

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