L’eventualità che una serie di organismi piuttosto semplici sia in grado di resistere all’azione dei farmaci e di mettere in atto mutazioni biologiche tanto rapide e diffuse da neutralizzare l’azione delle molecole chimiche atte a debellarli, è stata ampiamente presa in considerazione dalla scienza medica, tanto che, l’industria farmacologica si trova ora a combattere con nuove classi di batteri, detti resistenti, che trovano nell’assuefazione di un organismo alle terapie antibiotiche proprio il terreno ideale nel quale riprodursi e proliferare.
Nessuno aveva preso in considerazione, per contro, l’ipotesi relativa ad una serie di organismi farmaco-resistenti che esulasse dalla semplice sfera dei batteri e che riuscisse ad estendersi in direzione di quei funghi che fino ad ora non avevano mai rappresentato una minaccia concreta per la sopravvivenza del genere umano, in virtù di una serie di terapie antimicotiche ormai rodate ed efficacissimi.
Il primo “fungo killer”, pienamente in grado di resistere a tutte le terapie in uso e di replicarsi in barba ai farmaci, si è tuttavia concretizzato nel corso degli ultimi mesi negli Stati Uniti d’America, portando in dote un carico di allarme sanitario del tutto imprevisto alla vigilia e un numero di vittime attualmente stimato in 17 unità.
Denominato Candida Auris ed isolato per la prima volta nel corso del 2009 da un gruppo di scienziati giapponesi, il fungo resistente sarebbe infatti il responsabile di 17 morti fatte registrare all’interno di alcune strutture ospedaliere dislocate nell’area metropolitana di New York, andando ad aggravare le condizioni cliniche di un gruppo di pazienti per i quali il possesso di una pregressa storia clinica contraddistinta da patologie invalidanti si è tradotto nella totale incapacità di far fronte alla nuova minaccia.
Mentre pare che il temibile fungo abbia fatto la sua prima comparsa anche in Gran Bretagna, l’esistenza di un micete in grado di far fronte alle terapie in uso sta ponendo nuovi inquietanti enigmi alla scienza medica, fino ad ora focalizzata sulla semplice necessità di arrestare quella rapida evoluzione che aveva investito solo l’universo dei batteri.