Premesso che nel nostro Paese non esiste obbligo di cura alcuno e che chiunque può legittimamente rifiutare le terapie che gli vengono consigliate ed intraprendere la strada del fai-da-te (piuttosto che quella della rassegnazione), esistono comunque leggi rivolte a tutelare la salute del prossimo che impongono (o dovrebbero imporre) l’obbligo di vaccinare i bambini per salvaguardare non solo la salute degli stessi minori, ma anche quella dell’ampio novero di persone che con i soggetti non vaccinati si trovano ad entrare in contatto.
Per quanto sicuri e dotati di ampio potere protettivo, i vaccini non coprono mai in modo esaustivo lo spettro dei rischi legati alla contrazione di una determinata malattia, per via di una serie di variabili incalcolabili, e può tranquillamente accadere che un bambino vaccinato contragga la patologia infettiva a seguito del contatto accidentale con un soggetto infetto e non vaccinato.
Per questa ragione, la battaglia per l’obbligo vaccinale si configura come l’ultimo baluardo di civiltà di fronte alla barbarie della disinformazione internettiana; battaglia che ha trovato un ennesimo sfortunato testimonial in una coppia di genitori di Falconara, in provincia di Ancona, costretti a ricoverare il loro figlioletto di soli 6 mesi per via della contrazione del morbillo provocata dai soliti genitori antivaccinisti irretiti da paure e propaganda.
Piuttosto scocciati per la situazione (giusto per usare un eufemismo) i genitori in questione hanno affisso sulla porta della stanza d’ospedale dove è ricoverato il loro bambino un cartello che recita: «I pediatri dello studio medico “G. Galilei”, il papà, la mamma del piccolo bambino ricoverato all’Ospedale “Salesi” in condizioni critiche perché contagiato dal morbillo ringraziamo sentitamente i genitori che non vogliono vaccinare i propri figli consentendo il dilagare di una malattia che nel 2017 sarebbe dovuta essere estinta» e che è rapidamente divenuto virale sul Web, per una volta al servizio di una corretta informazione e non dell’inesistente diritto a ledere la salute e la sicurezza del prossimo.