Per quanto tutti noi dedichiamo una cospicua porzione del nostro tempo a cercare informazioni mediche su Google e sulle app dedicate al mondo della medicina, quando il malore smette di essere meramente teorico e decide di farsi carne e febbre, il carico di supponenza e di sgomento previsto dalla Rete pare d’incanto cessare per lasciare il posto a quello studio medico che pensavamo di avere (malamente) rimpiazzato con lo smartphone.
In caso qualcuno avesse mai nutrito dei seri dubbi circa la bontà dei medici in carne ed ossa rispetto al loro corrispettivo virtuale (ma dovrebbe trattarsi di qualcuno immune da ogni malattia al mondo e perennemente sano), un recente studio condotto dalla Harvard Medical School ha mostrato come le applicazioni e siti medici presenti sulla Rete non si trovino ancora in grado di rimpiazzare il buon vecchio consulto operato sul campo.
Tralasciando le evidenze empiriche che ci portano a scambiare su Internet una normale cefalea con la contrazione di 82 tipi di cancro al cervello differenti, gli autori dello studio hanno svolto una disamina di tipo squisitamente diagnostico, mettendo a confronto medici reali e macchine con l’intento di individuare il rispettivo tasso di precisione nel denotare correttamente una patologia o la sua assenza.
Dal raffronto comparato è emerso che, nel corso dei 45 casi trattati, i 234 medici coinvolti nello studio, hanno fatto registrare un tasso di precisione pari al 72% in prima analisi, surclassando il versante legato ad app e siti internet, fermo ad un misero 34%.
Se la discrasia appariva già evidente in ambito di malanni piuttosto comuni, la forbice tendeva ad ampliarsi in caso di malattie più rare e meno comuni, con i medici in grado di azzeccare il 76% delle diagnosi corrette, a fronte di un 28% messo a segno dal comparto informatico.
La ricerca pubblicata su Jama Internal Medicine attesta dunque come il mondo di internet risulti ancora lontanissimo dal potersi sostituire ad un effettivo consulto e come siti ed app cliniche risultano utili al massimo per soddisfare qualche curiosità clinica, prima che il male cessi di essere teorico e ci porti a spegnere il pc per recarci dal medico.