In un mondo in cui procreare è divenuta un’eventualità da procrastinare il più a lungo possibile, esattamente come sposarsi o abbandonare la casa natale, capita spesso che gli ex-giovani scoprano di soffrire di problematiche legate all’infertilità proprio quando avevano finalmente deciso di compiere il gran salto e si ritrovino costretti a trascorrere lunghi mesi nelle anticamere di studi clinici e ambulatori per porre rimedio a quanto risultava di fatto prevenibile col consueto senno di poi.
Con l’intento di porre fine a quella serie di problematiche connesse con l’infertilità maschile che si trovano alla base dello spaventoso calo di nascite che ha coinvolto la Penisola nel corso degli ultimi anni, la Società italiana di andrologia (Sia) ha recentemente lanciato un allarme sul fenomeno legato all’infertilità adolescenziale e alla concezione di una campagna informativa dall’ampio respiro, volta alla prevenzione e alla cura dei disturbi riproduttivi fin dalla giovane età.
Mostrando come disfunzioni riproduttive di varia natura colpiscano una porzione di popolazione stimata tra le 250 mila e le 300 mila coppie italiane, la Sia ha dunque voluto coinvolgere anche i pediatri con lo scopo di porre attenzione a quei minimi segnali che potrebbero denotare un calo di fertilità molto prima che l’idea di avere un figlio si traduca in pratica.
Tra i punti cardine della campagna al via, gli andrologi uniti hanno voluto porre al centro dell’attenzione tutti quei comportamenti tipici dell’età adolescenziale che potrebbero alla lunga nuocere alle facoltà riproduttive, ponendo sul banco degli imputati i ben noti abusi di alcol e droghe, ma anche l’esposizione ad alcune sostanze inquinanti, un’alimentazione troppo squilibrata e l’esposizione delle parti intime maschile a fonti di calore troppo elevate, in grado di nuocere alla quantità e alla motilità degli spermatozoi.
Prima che gli allarmanti dati diffusi dalla Sia subiscano un’ulteriore ascesa, lasciando l’Italia sempre meno popolosa, l’invito è dunque quello ad operare la dovuta prevenzione già durante il periodo dell’adolescenza, senza considerare l’eventualità della procreazione come troppo lontana o confinata ad un’era storica ancora lontana da venire.