Salute e Benessere
1

Neonati a rischio: allarme per i batteri resistenti

20 giugno 2016
1311 Visualizzazioni
0 Commenti
2 minutes read
Neonati a rischio: allarme per i batteri resistenti

Se la presenza di batteri in grado di resistere alle comuni terapie antibiotiche e un’igiene non proprio da primato hanno trasformato i reparti di terapia intensiva dei nostri ospedali in ambienti decisamente pericolosi, pare che il rischio legato alle infezioni stia andando a coinvolgere sempre più anche la sfera neonatale, con conseguente allarme sanitario dettato dall’ovvia incapacità di un organismo appena nato di difendersi dalla minaccia e dalla difficoltà di tentare approcci terapeutici in caso di infezione contratta.

A fronte di tragiche stime che prevedono il 36% dei decessi neonatali su scala globale attribuiti ad infezioni (e dunque tranquillamente evitabili con i dovuti accorgimenti), pare infatti che i reparti di neonatologia presenti nel nostro Paese non risultino immuni dal rischio e che siano, al contrario, tra i più colpiti dalla tragica eventualità.

infezionineonati_emergeilfuturo

Analizzando una vasta casistica risalente all’anno 2012, il presidente della Società Italiana di neonatologia (sin), Mauro Stronati, ha infatti potuto constatare come oltre 7 milioni di neonati sono stati sottoposti a terapie ideate per contrastare infezioni contratte in sede ospedaliera e come, se la maggior parte degli interventi terapeutici ha raggiunto l’obiettivo, il ricorso a terapie antibiotiche ha dato il “la” alla pericolosa spirale in grado di aumentare la pericolosità dei batteri.

Come ribadito ormai da anni a gran voce dall’Oms e da tutte le istituzioni sanitarie associate, la nuova emergenza batterica che si appresta a colpire il Pianeta trova la sua radice ultima in un ricorso agli antibiotici assolutamente infondato e alla conseguente capacità dei batteri di adattarsi alla terapie in uso fino a divenire resistenti alla quasi totalità dei farmaci in commercio, per via di un’assuefazione che ha consentito mutazioni genetiche plurime nei microrganismi.

In sostanza, la tendenza a prescrivere o somministrare farmaci antibiotici quando non vi è nessun bisogno (cioè in caso non sussistano le condizioni per postulare un’infezione batterica) sta comportando la genesi di nuove classi batteriche molto più resistenti e la possibilità che i luoghi ospedalieri italiani si trasformino presto nell’ambiente ideale alla loro proliferazione, andando a comprendere persino quei reparti neonatali dove l’emergenza risulta logicamente amplificata.

 

Altri post che ti potrebbero interessare

Commenti disabilitati

Questo sito utilizza Cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione. Se vuoi sapere di più clicca su maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi