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Giorgio Armani dice addio alle pellicce

23 marzo 2016
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Giorgio Armani dice addio alle pellicce

In parte per ragioni di marketing e consenso, in parte per effettiva conversione alle cause animaliste, le grandi casi di moda si stanno votando sempre più in direzione di una produzione in serie di tipo cruelty free e priva di tutte quelle brutture che potrebbero alla lunga fare storcere il naso agli ambientalisti e trasformarsi in un odioso boomerang commerciale.

Ecco dunque che in un mondo ormai pronto a salutare per sempre le pellicce, considerate il simbolo della crudeltà per antonomasia, “re” Giorgio Armani decide di accettare le istanze animaliste e di bandire dalla sua prossima collezione autunno/inverno tutti quei capi che possono anche solo rimandare al manto di un animale prematuramente scomparso.

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La riconversione di Armani comprenderà tutte le collezioni, partendo dalla gamma “low cost” Emporio Armani, fino ai capi di alta sartoria ed è stata motivata, a detta dallo steso Giorgio, dalla volontà di superare la concezione di abiti inutili e crudeli e di voler ridar dignità a quel regno animale troppo a lungo sacrificato sull’altare della moda e dell’apparenza.

Attraverso una dichiarazione ufficiale diffusa in collaborazione con l’associazione Fur freee Alliance, Armani ha ribadito la necessità di giungere alla creazione di capi di lusso, senza che la concezione di un vestito si debba tradurre nell’esibizione delle spoglie di un animale morto e la necessità dell’avvento di un’epoca in cui l’intero mondo della moda abbandonerà le pellicce e relegherà al passato i fasti del pelo.

La scelta di Armani segue a ruota quella recentemente compiuta da Hugo Boss, Tommy Hilfiger e Clavin Klein, tutti folgorati sulla via di una Damasco senza pellicce e tutti pronti a difendere le istanze degli animalisti mondiali, soprattutto da quando la difesa dei diritti del bestiame è assurta, anch’essa, a doverosa moda planetaria.

 

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