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Elena Zulato, una miss in pigiama contro il morbo di Crohn

11 Aprile 2017
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Elena Zulato, una miss in pigiama contro il morbo di Crohn

Considerato fin dall’antichità alla stregua di un “secondo cervello”, l’intestino si trova ad essere uno degli organi maggiormente soggetti a malfunzionamenti dovuti a fattori ambientali e genetici e uno degli elementi in grado di inficiare il senso di un’intera esistenza, qualora le numerose componenti autoimmuni alle quali si trova esposto sfocino in patologie croniche o irreversibili.

Oltre alla ben nota (e spesso abusata) celiachia, all’intolleranza al lattosio e alle patologie di tipo oncologico, l’intestino può trovarsi soggetto ad una perniciosissima sindrome, denominata morbo di Crohn, che conduce in direzione di una condizione di infiammazione perenne irreversibile e all’impossibilità di assimilare nel modo corretto la maggior parte dei principi alimentari, rendendo necessaria una serie quasi infinita di interventi chirurgici per impedire la necrosi totale dei tessuti e possibili complicazioni fatali nel paziente.

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Contro il morbo di Crohn e a favore di una ricerca medica che brancola ancora nel buio, per via di complicazioni intrinseche connesse con le patologie autoimmuni, è metaforicamente scesa l’autoironica miss Elena Zulato, finalista a Miss Italia 2002 e oggi costretta a convivere con la subdola patologia che le ha già tolto, a soli 37 anni, la possibilità di alimentarsi nel modo corretto e di digerire una semplice pizza.

Costretta a nutrirsi in modo quasi esclusivo di latte a causa della malattia, insorta quando aveva soli 10 anni, Elena Zulato ha dato vita ad un divertente servizio fotografico in pigiama, attraverso il quale intende scherzare sul morbo di Crohn e anticipare l’uscita di un libro autobiografico rivolto a far conoscere al grande pubblico gli orrori e le problematiche connesse con la malattia che l’ha colpita.

Amministratrice della pagina Facebook “Una miss in pigiama”, Elena Zulato rappresenta dunque l’ultima sfortunata testimonial in grado di dare coraggio a tutti coloro che vengono colpiti dalla stessa malattia e che si trovano costretti a trascorrere un’esistenza messa a repentaglio da un beffardo corto circuito occorso a quel secondo cervello dal quale dipende il corretto funzionamento del corpo intero.

 

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