Salute e Benessere
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Ottantenne torna a vedere grazie ad un occhio bionico

23 Luglio 2015
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Ottantenne torna a vedere grazie ad un occhio bionico

Il campo della tecnologia applicata alla vista umana trova il suo più grande limite nel fatto che ilmeccanismo che prende il via dalla nostra retina e si conclude con la percezioni di stimoli visivi ben distinti, risulta essere piuttosto complesso e difficilmente riproducibile, data la pluralità di fattori che intervengono nel processo e data la sensibilità dei centri cerebrali che vengono stimolati dalla nostra dimensione sensoriale.

Restituire completamente la vista ad una persona affetta da malattie retiniche degenerative appare per tanto alla stregua di un’utopia da cavalcare, ma l’ideazione di avveniristici dispositivi permette comunque un recupero parziale delle facoltà perdute che può spingersi fino ad una piena percezione di sagome e contorni.

In Inghilterra è stata infatti recentemente impiantata ad un paziente di 80 anni, affetto da degenerazione maculare secca, quella che pare essere la protesi del futuro e che ad oggi consente la piena traduzione degli stimoli sensoriali in altrettante sagome, permettendo così ai pazienti, se non proprio di “vedere” ne pieno senso del termine, quantomeno di orientarsi in maniera efficace tra le insidie e gli ostacoli del mondo esterno.

Nel corso del mese di Giugno i chirurghi facenti capo al Manchester Royal Eye Hospital hanno infatti potuto testare con successo gli esiti relativi all’impianto di Argus II, complesso dispositivo in grado di convertire le immagini registrate da una piccola telecamera 3d in altrettanti stimoli elettrici, poiassociati dal cervello alla sensazione visiva corrispondente, grazie alla presenza di elettrodi in grado di stimolare delicatamente i centri nevralgici preposti alla vista.

Impiantata per la prima volta al mondo sul signor Ray Flynn, Argus II fa affidamento, in sostanza, su un sistema wireless che consente di scomporre le immagini registrate da una telecamera e di trasformarle in impulsi elettrici che vengono codificati e decodificati da appositi elettrodi, fino a consentire il pieno riconoscimento di figure e contorni, seppur ancora prive di una definizione anche lontanamente paragonabile a quelle prodotta dalla vista di un soggetto in possesso di comuni facoltà.

A distanza di poco più di un mese, il signor Ray Flynn si trova oggi ad aver riacquistato parte di quelle preziose facoltà sottrattegli dal corso del tempo e da una brutta malattia, di fronte alla quale c’è ancora molta strada da fare, anche se Argus II suggerisce che una soluzione sia molto più prossima di una semplice utopia da cavalcare.

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