Depressione, possibile cura da un’app?

Inizialmente confusa con un mero stato d’animo associato ad un tristezza perenne e successivamente assimilata, in modo quasi meccanico, ad un cortocircuito nel processo di ricaptazione della serotonina, la depressione è in realtà una delle patologie più difficili da comprendere, diagnosticare e curare, per via di un’infinità di variabili fisiche e psicologiche che si intrecciano senza lasciare tracce tangibili del loro passaggio.

Se gli ambiti legati psicoterapia, psichiatria e neurologia si intrecciano spesso arrivando a pestarsi vicendevolmente i piedi e a proporre strade alternative per la risoluzione del “male oscuro”, un aiuto ai pazienti a rischio potrebbe presto giungere dalla tecnologia, grazie all’ideazione di un’app in grado di semplificare il processo di cura basandosi sulle moderne tecniche di riconoscimento facciale.

Frutto di una complessa ricerca realizzata per conto degli scienziati facenti capo al Mount Sinai Hospital di New York, l’app in questione basa la propria efficacia sulla possibilità di far visionare ai soggetti potenzialmente affetti da depressione un numero piuttosto ampio di espressioni facciali provenienti da terzi, con l’intento di stimolare una reazione empatica volta a migliorare il disordine di tipo cognitivo che si trova spesso alla base del malessere.

Mediante il raffronto incrociato tra il proprio volto ed altre espressioni facciali in grado di denotare ben precisi stati d’animo e spettri emozionali riconducibili alla depressione e non, si attiverebbe cioè un meccanismo psicologico in grado di migliorare le condizioni di salute dei pazienti per prossimità con soggetti affetti da identica condizione, con punte di miglioramento del quadro sintomatologico percepito in grado di spingersi fino al 42%.

Basate su tecniche terapeutiche assimilabili alla psicologia cognitiva, l’innovativa app si ripromette dunque di lenire quel complesso di sintomi, spesso misterioso, associato alla depressione che non risulta riconducibile né alla sera sfera emotiva, né a quella legata  scompensi biologici in quanto tale.