
Un paio di anni fa, aveva fatto piuttosto scalpore il paradossale caso legato alla genesi di un super-farmaco rivolto alla piena soluzione dell’epatite c, talmente efficace e sicuro da venire venduto a cifre esorbitanti e fuori dalla portata di tutti coloro che non potevano mettere mano al portafoglio, con conseguente impossibilità da parte dell’Aifa di reperire il farmaco a costi accessibili e altrettanto conseguente polarizzazione dei malati in due “categorie” a seconda del reddito.
Pur non avendo trovato una specifica soluzione, nonostante un lungo braccio di ferro tra Ministero e azienda produttrice, la vicenda è comunque risultata funzionale ad accendere i riflettori mediatici sull’epatite c e a portare le istituzioni sanitarie nostrane a compiere un percorso culminato, in questi giorni, con uno storico accordo che prevede l’estensione delle basilari cure gratuite anche ai casi ritenuti “meno gravi” e fino ad oggi esclusi dal novero dei rimborsi e dalle doverose esenzioni.

Andando a rivedere in toto le linee guida che regolano l’accesso ai farmaci per l’epatite c, l’Aifa ha infatti fissato nuovi criteri di accesso che vanno ad includere nel novero delle cure gratuite anche tutti quei pazienti affetti da epatite cronica che fino ad oggi si trovavano ai margini del sistema del ticket, per via di una condizione erroneamente considerata non abbastanza grave o non sufficientemente invalidante da richiedere l’intervento della copertura statale in materia di spese.
L’estensione delle cura gratuite a tutti i soggetti affetti da forme di epatite c non necessariamente associate ad altre patologie (come carcinomi al fegato) dovrebbe quindi far rientrare sotto l’ala protettrice del Ministero circa 240 mila nuovi pazienti e garantire una lotta all’infezione pressoché totale, con l’obiettivo non soltanto di assicurare le doverose cure a tutti i soggetti sofferenti, ma anche di cercare di limitare la genesi di nuovi casi ed epidemie andando a sradicare il virus laddove presente.
Il nuovo piano d’azione si propone dunque di facilitare il trattamento di soggetti già affetti, di modo da impedire il replicarsi del virus e da non rendere necessita ulteriori paradossali casi in cui i pazienti si trovano costretti a sognare fatidiche cure definitive, senza potersele ovviamente permettere.
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