La gigantesca industria legata al mondo della droga prospera ormai da decenni per il semplice fatto che il nostro Pianeta si torva ad essere colmo di soggetti disposti a rinunciare alla propria salute, fisica e mentale, in cambio di una gita senza ritorno in una dimensione aliena dove le normali percezioni sensoriali vengono stravolte e dove fatica, dolore e dispiaceri scompaiono per qualche ora, salvo poi ripresentarsi in forma accentuata.
Per decenni ritenuta alla stregua di un semplice eccitante molto potente, la cocaina deve in realtà la propria fortuna alla sua capacità di stravolgere l’universo emotivo dei suoi consumatori e dialleviare le emozioni negative andando a confondere gli input sensoriali e mnemonici che le producono.
A sostenerlo è una recentissima ricerca tedesco-olandese, presentata in questi giorni presso l’European College of Neuropsychopharmacology ad Amsterdam,che ha chiarito in via definitiva (o quasi) come il consumo di cocaina, anche sporadico, impedisca ai suoi fruitori di un completo riconoscimento delle emozioni e come la polvere bianca tenda a creare una confusione mentale in grado di soffocare le emozioni negative.
Mediante un esperimento condotto su 24 volontari di età compresa tra i 19 e i 24 anni, gli autori dello studio sono riusciti infatti ad eseguire una serie di dettagliati test biochimici atti a chiarire la natura dell’universo emotivo in cui si trovano a vivere in consumatori di cocaina a poche ore dall’assunzione di una dose moderata.
I ricercatori hanno somministrato circa 300 mg di cocaina, in alternanza ad una sostanza placebo, ai giovani volontari ed hanno successivamente sottoposto i ragazzi ad una serie di esperimenti basati sul riconoscimento delle emozioni e su una complessa analisi organica che ha denotato l’assoluta incapacità dei volontari di riconoscere le più comuni emozioni.
Dopo solo un paio d’ore dall’assunzione della dose, i giovani infatti non davano segno di riuscire associare correttamente alcune sensazioni di base (rabbia, apura, felicità, tristezza) agli stimoli che le generavano e si trovavano ad avere, inoltre, livelli ormonali completamente falsati dalla sostanza, di modo che, ad esempio, la quantità di cortisolo (ormone dello stress) in circolo era aumentata a dismisura, così come la frequenza del battito cardiaco.
Tradotto su un versante pratico, il consumo di cocaina parrebbe alterare la comune percezione della realtà, andando a confondere la sfera legata alla percezione e all’espressione delle più basilari emozioni e rendendo così i consumatori esposti ad elevati rischi neurologici e alla possibilità di produrre interazioni erronee in ambito sociale.
I ricercatori facenti capo all’Università di Maastricht che ha condotto lo studio hanno ribadito come il loro esperimento abbia portato alla luce non solo gli ormai arcinoti pericoli della cocaina a lungo termine, ma la pericolosità della sostanza a poche ore dalla sua assunzione, mostrando così, ancora una volta, i pericoli legati a quella strana volontà di effettuare una gita senza ritorno verso una dimensione aliena che muove un’industria dall’enorme fatturato e dai danni sanitari incommensurabili.
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