Salute e Benessere
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Cancro al polmone, nuove speranze grazie al mir-Test

30 Aprile 2015
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Cancro al polmone, nuove speranze grazie al mir-Test

Per quanto le recenti stime statistiche elaborate dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) parlino di una mortalità complessiva legata ai tumori in netta decrescita, permangono tutta via aree oscure dove risulta ancora difficile intervenire a causa di un’asintomaticità della patologia che spinge il tumore a celarsi abilmente fino al momento in cui decide di manifestarsi attraverso un quadro sintomatologico associato al proverbiale “troppo tardi”.

Per cercare di ovviare alle difficoltà connesse con il versante diagnostico legato al tumore ai polmoni, quasi per definizione uno dei più subdoli e asintomatici, i ricercatori facenti capo all’Istituto Europeo di Oncologia sono riusciti a mettere a punto un innovativo test che consente di pervenire ad una diagnosi molto più precisa in modo tempestivo e poco invasivo.

In base ad un lungo studio condotto su un campione statistico pari a 1115 fumatori o ex fumatori, dei quali 48 presentavano cancro ai polmoni in fase conclamata, i medici sono riusciti ad individuare una particolare “firma” lasciata dal cancro all’interno delle componenti genetiche denominate microRna, scoprendo così lapossibilità di tracciare la patologia a partire da un semplice test genetico.

In sostanza, partendo dalla considerazione che lo sviluppo di attività tumorale localizzata nei polmoni si riverbera nella presenza di alterazioni genetiche ubicate nei filamenti di microRna, i ricercatori sono riusciti a mettere a punto un particolare mir-Test che consente di individuare la patologia al suo stato embrionale, senza il ricorso ai tradizionali strumenti diagnostici (Tac su tutti) che oltre ad essere piuttosto invasivi, non consentono spesso l’esatta individuazione di masse tumorali dotate di dimensioni troppo esigue.

Cercando di quantificare le potenzialità diagnostiche del mir-Test, secondo gli esperti l’introduzione del nuovo sistema consentirebbe una riduzione del numero di esami da effettuare di circa un terzo del totale, di modo ch.e se oggi sono necessarie circa 10 mila tac per individuare con esattezza 100 tumori, sarebbero sufficienti solo 3108 esami analoghi su persone positive al mir-Test per pervenire alla medesima statistica, con enorme risparmio di mezzi, risorse e preoccupazioni.

Il mir-Test si porrebbe dunque alla stregua di un abile discrimine iniziale, in attesa di ulteriori approfondimenti e semplificherebbe di molto il compito di medici e studiosi, andando ad operare una selezione iniziale di quelle subdole patologie che si nascondo abilmente fino al triste momento in cui tutto risulta ormai perduto e decisamente “troppo tardi”.

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