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Diabete, approvato negli Usa il pancreas artificiale

30 settembre 2016
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Diabete, approvato negli Usa il pancreas artificiale

La contrazione del diabete porta in dote la continua distruzione delle cellule beta prodotte dal pancreas, costringendo così i pazienti a trascorrere tutta al vita alle prese con misurazioni e analisi relativi ai livelli di insulina e glucosio presenti nel sangue, con conseguente soglia d’attenzione orientata ad impedire ulteriori scompensi organici o il sopraggiungere di crisi legate all’assenza o alla sovrabbondanza delle sostanze nel sangue.

Non molto tempo fa, all’azienda americana Medtronic venne l’originale idea di mettere a punto una sorta di pancreas artificiale, denominato MiniMed 670g che, una volta messo in contatto con il corpo soggetto affetto da diabete di tipo1 andava a svolgere in automatico le funzioni relative a monitoraggio dei valori interessati e a provvedere (per quanto possibile) ad aggiustare eventuali livelli imprevisti, più o meno come avrebbe fatto il suo corrispettivo di tipo “naturale”, andando così a sopperire seppur in modo parziale al controllo operato dalle cellule beta.

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In sostanza, il macchinario di tipo microinvasivo opera in modo autonomo un monitoraggio relativo ai livelli di glucosio nel sangue dei malati di diabete e provvede a somministrare la quantità di insulina utile al suo mantenimento organico senza il bisogno di rilevazioni esterne, aghi e siringhe e senza che il paziente debba preoccuparsi troppo di quello che ha mangiato o che si appresta a mangiare.

A seguito di una lunga fase di test condotta su 163 pazienti diabetici, il pancreas artificiale ha prodotto risultati più che soddisfacenti in merito al controllo del glucosio e convinto la Food and Drug Administarion (fda), massimo ente americano in materia di salute, a dare il via libera alla produzione seriale del dispositivo, nonostante permangono alcune zone d’ombra legate alla possibile insorgenza di ipoglicemia e irritazione della porzione cutanea nella quale il dispositivo risulta inserito.

Seppur accompagnato da qualche dubbio e ancora considerato non idoneo per tutti i pazienti di età inferiore ai 14 anni, il nuovo pancreas artificiale si appresta dunque a porsi come possibile soluzione ai problemi derivanti dal diabete, dalla distruzione delle cellule beta del pancreas e dalla necessità di trascorrere una vita intera alle prese con misurazioni e scomode iniezioni.

 

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