
Nel lungo percorso curativo che inizia con la percezione di un sintomo e si conclude (si spera) con la definitiva guarigione del paziente, il vicino studio del medico di famiglia non rappresenta spesso che latappa iniziale di un doloroso cammino di purificazione, costellato di ambulatori, esami diagnostici, liste d’attesa, code all’accettazione e visite specialistiche effettuate nei più remoti eremi della medicina moderna.
Con l’intento di semplificare un po’ un iter burocratico farraginoso e potenzialmente in grado di riverberarsi sulle già carenti condizioni di salute degli aspiranti pazienti, la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) ha provato ad immaginare un mondo in cui i medici di famiglia fossero abilitati ad effettuare nei propri studi una lunga serie di esami diagnostici, convenendo infine che l’idea si poteva anche tradurre in realtà, con un po’ di impegno.
Il progetto della Fimmg, denominato InNova, vedrà infatti la luce in quattro regioni italiane (Marche, Toscana, Umbria e Puglia) già dalla prossima estate e si comporrà di un implemento funzionale relativo agli studi dei medici di base, tale da consentire ai pazienti di effettuare esami in loco e seduta stante, a “chilometri zero” e senza più code, accettazioni e quant’altro.
L’idea è appunto quella di munire tutti gli studi dei medici di famiglia di una serie di dispositivi come spirometri, elettrocardiogrammi e holter pressori e di connettere il complesso di dispositivi in maniera telematica, di modo da poter chiedere un eventuale ulteriore parere al medico specialista di riferimento senza muoversi dal vicino ambulatorio, riuscendo così a pervenire a diagnosi e relativa cura in tempi rapidissimi.
Oltre a sgravare i cittadini dalle problematiche connesse con l’ingresso nel tunnel della sanità italiana,l’iniziativa potrebbe comportare un risparmio sulle tasche del S.S.N. Stimato intorno ai 3 miliardi di euro annui, regalando le visite ambulatoriali all’interno delle strutture ospedaliere ai soli ambiti di necessità e urgenza e delegando tutto il resto a strutture per loro stessa natura meno dispendiose.
Qualora l’embrionale progetto dovesse incontrare il gradimento dei pazienti, risulterebbe più che legittimo ipotizzare un futuro prossimo in cui sarà possibile diagnosticare un discreto numero di patologie ampiamente diffuse (Bpco, diabete, malattie cardiovascolari) già dall’interno dello studio del nostro medico di famiglia ed intessere un rapporto con il referente sempre più stretto e sempre più dettagliato dal punto di vista della nostra storia clinica individuale, andando così ad evitare molte delle numerose tappe che fanno assomigliare la ricerca di una cura ad un percorso di purificazione, da svolgersi rigorosamente in ginocchio, al cospetto di funzionari, impiegati e macchinette deputate a rilasciare i codici d’accettazione.
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