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Fecondazione assistita, cade il divieto di selezione degli embrioni

12 novembre 2015
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Fecondazione assistita, cade il divieto di selezione degli embrioni

A testimonianza di quanto la fecondazione assistita rappresenti un terreno minato dal punto di vista legislativo, la Corte Costituzionale sta lentamente smontando a colpi di sentenze e precedenti l’impianto su cui si reggeva la legge che regola l’accesso alle tecniche di procreazione e alla selezione degli embrioni.

Tramite l’emanazione della sentenza numero 229/2015, i giudici hanno infatti stabilito che la selezione degli embrioni operata per impedire la trasmissibilità di patologie genetiche non risulta soggetta a quelle limitazioni previste dalla legge 194 sull’aborto e che per tanto, i facenti richiesta possono legittimamente selezionare gli embrioni coinvolti nel processo di impianto, qualora vi siano reali dubbi circa la possibile trasmissione di malattie.

Premesso che impiantare embrioni privi di rischi legati a patologie genetiche rappresentava la normale prassi, quantomeno in Italia, la sentenza stravolge comunque ipresupposti d’accesso alla fecondazione assistita e le strette norme ideate per impedire il ritorno in auge di pratiche eugenetiche e la possibilità che i genitori scelgano “a tavolino” le caratteristiche fisiche della loro prole.

In pratica, laddove non risulta possibile concepire se non tramite il ricorso ad un embrione proveniente da donazione, sono stati fissati dei  paletti legislativi atti a sancire la casualità della donazione, onde impedire che una coppia richieda, ad esempio, di accedere ad embrioni provenienti da donatori alti, magri, biondi e con gli occhi azzurri, piuttosto che tarchiati e castani.

Se fino ad ieri le restrizioni riguardavano anche possibili difetti genetici (solo in linea teorica), da ora la Corte Costituzionale ha lasciato via libera alla possibilità di rifiutare un embrione in caso di legittimo dubbio, aprendo le porte al consueto dibattito che prevede chi ritiene la decisione come doverosa e naturale chi invece immagina scenari apocalittici all’insegna di esperimenti genetici e razze padrone del mondo.

Comunque la si pensi, la decisione dei giudici modifica un paragrafo obsoleto di una legge concepita quando parlare di selezione degli embrioni rappresentava ancora un tema fantascientifico e propone nuove spunti di riflessione a tutti quei temerari che intenderanno addentrarsi  nel campo sempre più minato della procreazione assistita.

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