Dando ormai per assodato che l’invito a procreare proposto dal Ministero della Salute in occasione del Fertility Day ha suscitato ironia e indignazione ben oltre le intenzioni iniziali e che l’obiettivo è stato tristemente fallito, l’iniziativa rivolta alla sensibilizzazione relativa ai problemi legati al concepimento tenta di ripartire andando ad ammantarsi di una patina più scientifica e meno sociale.
In previsione della giornata di domani, 22 settembre, il Ministero ha infatti deciso di rivedere da capo opuscoli, volanti e locandine, andando a limare la una componente incentrata sugli slogan, a molti apparsa quasi come goliardica, per concentrarsi a fondo su quello che in realtà è l’unico scopo della campagna ministeriale, vale a dire, cercare di abbattere il drastico calo della natalità in atto nel nostro Paese mediante la tutela della fertilità maschile e femminile.
Accompagnata dallo slogan, ampiamente rivisto, “Fertility Day: parliamo di Saluteâ€, l’iniziativa si appresta dunque a mettere i classici puntini sulle “i†e a focalizzare un po’ meglio il suo target di riferimento, chiarendo fin dalle prime battute come il Fertility Day non rappresenti un invito alla procreazione irresponsabile, ma uno strumento utile a spingere gli aspiranti genitori in direzione dina vasta gamma di controlli medici e di comportamenti ideali a mantenere inalterata la fertilità al trascorrere del tempo, a prescindere da quelle che possono essere le reali intenzioni della coppia.
Una volta svuotata l’infelice campagna di tutta la sua componente sociale e delle ovvie considerazione in base alle quali numerosi disoccupati e sottooccupati non possono purtroppo permettersi figli nemmeno volendo, resta il fatto che buona parte del calo delle nascite in Italia risulti ascrivibile ad una serie di comportamenti non proprio ortodossi e che la scarsa prevenzione nei confronti della fertilità influisca sensibilmente sull’impossibilità di procreare e sul tardivo ricorso a tecniche di fecondazione assistita.
Patendo propri dagli effetti nefasti di fumo e alcol e dalla contrazione di patologie, come l’endometriosi o il varicocele, che potrebbero rivelarsi fatali per le future speranze di concepimento, il Ministero della Salute tenta dunque di ripartire in lungo una strada costellata di evidenze cliniche e meno incline al sensazionalismo pop sulla quel si era inerpicata, compromettendo buona parte di un’iniziativa di per sé tutt’altro che disdicevole.
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