Premesso che ognuno è libero di alimentarsi come meglio crede e di mangiare solo radici (perché le radici sono importanti, direbbe Sorrentino) in caso lo ritenga alla stregua dell’orientamento alimentare più corretto, la distinzione tra reale esigenza nutrizionale e dottrina consentirebbe di mettere i bambini al riparo da tutti quei genitori che decidono di imporre loro, spesso maldestramente, una qualche filosofia di vita alla moda, come il veganesimo, con conseguenze spesso devastanti sul loro sviluppo e sulle loro possibilità di sopravvivenza.
Se risulta ampiamente legittimo rinunciare alle proteine animali in età adulta, anche in assenza di una qualunque evidenza scientifica in merito alla bontà della scelta, quando si decide di replicare un modello alimentare palesemente sbilanciato sui bambini, si dovrebbe avere quantomeno l’accortezza di sottoporli ai controlli del caso con una certa frequenza, prima di vederli fare il loro ingresso in un qualche reparto di rianimazione del più vicino ospedale.
Il caso della bambina di due anni ricoverata in rianimazione presso l’Ospedale di Genova e vittima di carenze vitaminiche tali da lasciare postulare l’esistenza di danni neurologici gravi e irreversibili ha infatti riaperto l’infinito dibattito sulla possibilità di alimentare bimbi in età pre-scolare secondo un regime vegano, privandoli del giusto apporto di principi nutritivi necessari al loro sviluppo psico-fisico.
Senza voler entrare a gamba tesa in una questione piuttosto spinosa (in caso non l’avessimo già fatto), è evidente constatare come nel caso specifico della bambina di Genova, i segnali relativi alla malnutrizione e al deficit di peso corporeo fossero tanto evidenti da imporre un accurato check -up molto prima che il ricovero si rendesse indispensabile e come solo l’accecamento tipico delle dottrine totalizzanti abbia potuto fare in modo che i genitori della piccola proseguissero per la loro strada senza battere ciglio di fronte ai disturbi avvertiti dalla loro figliola.
Ricordando che i principi pediatrici concernenti lo svezzamento e la nutrizione dei bambini non sono frutto di qualche capriccio o della volontà di avvelenare i bambini per qualche oscura ragione, il consiglio è quello di seguire sempre i dettami e le linee guida stabilite dalle istituzioni sanitarie e di lasciare le dottrine ad un tempo in cui il bambino sarà in grado di operare la sua libera scelta e di nutrirsi di sole radici, senza che qualcuno lo abbia costretto a farlo contro la sua volontà e contro la natura del suo corretto sviluppo.
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