Salute e Benessere
1

Falso olio di extravergine d’oliva: sette grandi marchi sotto indagine

11 novembre 2015
551 Visualizzazioni
0 Commenti
3 minutes read
Falso olio di extravergine d’oliva: sette grandi marchi sotto indagine

Il clamore suscitato dalla scoperta che buona parte dei prodotti comprati al supermercato sono composti da olio di palma (con tutti i pro e i contro del caso) ha portato l’opinione pubblica ad appassionarsi al dibattito sulla qualità degli oli e a comprendere la differenza tra un olio extravergine d’oliva e un olio prodotto da spremiture plurime e meno accurate.

Proprio grazie alla rinnovata passione degli Italiani per gli oli è stato possibile smascherare truffe e raggiri ai danni dei consumatori e incriminare per frode tutte quelle aziende ree di spacciare per oli extravergine, prodotti che in realtà avevano perduto la loro verginità il giorno stesso in cui si cominciò a raggirare l’ignaro acquirente.

A seguito di una nuova retata condotta dai Nas, sette grandi marchi nostrani si trovano ora al centro di un’ennesima indagine a causa di etichette quantomeno truffaldine che celavano dietro la dicitura “olio extravergine d’oliva” la presenza di oli di sansa (ultimo grado nella scale sociale delle olive) o di prodotti da spremitura non ottenuti comunque secondo i procedimenti di estrazione meccanica che definiscono lo standard qualitativo del settore alimentare.

I marchi messi sotto indagine dalla procura di Torino sono al momento: Carapelli, Bertolli, Santa Sabina, Coricelli, Sasso, Primadonna e Antica Badia e proprio in virtù del loro nome altisonante potrebbe risultare possibile giunge a quella regolamentazione del settore più volte auspicata dal Ministero dell’Agricoltura.

Oltre a ledere le finanze e gli interessi dei consumatori, la presunta truffa incentrata sull’altrettanto presunto olio extravergine rappresenta infatti un colpo mortale inflitto ad un mercato italiano che proprio sulla certificazione e sulla qualità delle sue eccellenze di settore ha saputo sopravvivere ad una crisi annosa e rilanciarsi grazie ad una serie di prodotti, olio extravergine d’oliva in primis, la cui qualità è valsa la tenuta, anche a fronte di prezzi di vendita la dettaglio non esattamente contenuti.

Intervenuta nella diatriba, la Coldiretti ha voluto ricordare come proprio l’importazione incontrollata di oli qualitativamente scadenti abbia contribuito all’abbassamento di standard produttivi e alla genesi di frodi alimentari, destinate a non passare più impunite anche grazie a quel polverone mediatico provocato da oli di palma, deforestazione selvaggia e presunti effetti sulla salute.

Altri post che ti potrebbero interessare

Questo sito utilizza Cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione. Se vuoi sapere di più clicca su maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi