Per quanto il mondo della medicina legato ai trapianti abbia compiuto, negli ultimi anni, passi da gigante e si sia spinto al punto di riuscire a sostituire arti e organi vitali con sempre maggior frequenza, alcune sfide continuano ad apparire impossibili e la sola idea di eseguire un trapianto completo di testa suscita ilarità e sconforto nella maggior parte della comunità scientifica mondiale.
Con il marcato intento di realizzare l’impossibile e di spostare l’asticella relativa ia limiti umani, ilneurochirurgo Sergio Canavero ha recentemente lanciato il suo guanto di sfida alla comunità medica, dando il via ad un programma di ricerca destinato a culminare (nelle sue intenzioni) con il primo trapianto di testa al mondo, che avrà luogo in Cina nel corso del 2017.
Il presunto intervento dovrebbe avere per oggetto Valery Spiridonov, paziente affetto da una rara patologia degenerativa, la sindrome di Werdning Hoffman, che comporta l’atrofia dei tessuti muscolari in tutto l’organismo e che, in assenza di cure specifiche, puòcondurre alla morte, andando a bloccare le funzionalità del muscolo cardiaco.
Trovando pieno sostengo nell’Università Medica di Harbin, Sergio Canavero ha dunque deciso di tentare un trapianto di testa su Valery Spiridonov e di consegnare all’uomo un corpo completamente nuovo e privo di problematiche muscolari, il cui unico denominatore con la struttura attuale sarebbe appunto rappresentato dalla presenza della testa del paziente, in assenza della quale, parlare di trapianto assumerebbe i contorni di una barzelletta.
Secondo i responsabili dell’intervento programmato, l’evoluzione delle più moderne tecniche anti-rigetto hanno fatto in modo che i tempi fossero maturi per giungere al trapianto di un intero organismo e l’imposizione di alcune settimane di coma indotto sarebbe l’unico prezzo da pagare per avere salva la vita di Spiridonov e per dare il “la†ad una nuova epopea chirurgica priva di limiti.
In attesa che il tentativo abbia luogo, la cavia designata dell’esperimento ha dichiarato di essere pronto ad assumersi tutti gli innumerevoli rischi del caso, trovandosi privo di alternative, ma di non avere particolare fretta, date le incognite della situazione e la diffusa ilarità della comunità medica mondiale che circonda un’impresa posta oltre i confini dell’impossibile.
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