fbpx
Salute e Benessere
Like

L’UE punta a sviluppare robot maggiordomi per gli anziani

4 Marzo 2015
1176 Visualizzazioni
0 Commenti
3 minutes read
L’UE punta a sviluppare robot maggiordomi per gli anziani

Un po’ come accade per le particelle subatomiche, delle quali tutti postuliamo l’esistenza pur non avendone riprova diretta, sappiamo per certo che i fondi e i finanziamenti messi in campo dall’Unione Europea per garantire lo sviluppo di progetti destinati alla pubblica utilità esistono, ma nessuno di noi sa dire esattamente dove si trovino, in che misura e perché.

Una risposta all’annoso quesito pare giungere dal progetto denominato “Ramcip” (Robotic Assistant for Mci Patients at home), messo in campo dalla Commissione Europea con l’intento di favorire la ricerca scientifica legata alla creazione di particolari robot “da compagnia”, il cui impiego potrebbealleviare le sofferenze derivanti dalla disabilità o da una condizione di solitudine protratta negli anni.

I robot-maggiordomi del futuro verranno sviluppati dalle eccellenze continentali presenti nei paesi che compongo l’Unione (tra le quali, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) con l’intento di potenziare quel particolare settore della robotica finalizzato ad un uso prettamente domestico e individuale, attraverso il quale giungere gradualmente ad un implemento del livello di assistenza domiciliare presente in Europa.

Sfruttando la presenza di interfacce dall’aspetto umanoide, il progetto Ramcip si propone di dare vita ad autentici domestici computerizzati, utili a sopperire alle lacune motorie dei soggetti deboli durante l’adempimento di alcune particolari funzioni quotidiane e di trasformare la componente artificiale in una sorta di compagnia perennemente presente e perennemente disponibile.

Grazie allo sviluppo di un software in grado di simulare le funzioni cognitive umane, i robot-maggiordomi presenteranno un elevato coefficiente di personalizzazione e una capacità di riconoscere sia l’ambiente familiare all’interno del quale verranno inseriti, sia le caratteristiche peculiari dei loro “padroni”, con i quali tenderanno ad intrecciare un rapporto di tipo simil-emotivo più stretto e profondo di quanto non accada oggi con i dispositivi elettronici presenti sul mercato.

Tradotto su un versante pratico, i robot saranno in grado di cucinare, svolgere alcune faccende domestiche e aiutare gli anziani, tenendo sempre traccia dei particolari gusti del soggetto a cui sono rivolte le loro cure e delle particolarità presenti nell’abitazione dove svolgono il loro insolito “lavoro”.

Se l’automatizzazione della vita quotidiana potrà indubbiamente comportare una maggior efficienza in ambito di assistenza ad anziani e disabili, resta comunque da capire quale sarà l’effettiva ricezione dei destinatari dell’iniziativa, abituati a relazionarsi con personale umano altamente qualificato per sopperire in modo molto più efficace ad eventuali carenze affettive, oltre che pratiche.

In attesa che gli sviluppi del versante robotico continentale producano i primi esiti tangibili, è bene sapere che l’intera operazione costerà 4 milioni di euro, stanziati all’interno del vasto programma europeo denominato Horizon; giusto per stabilire con certezza dove, quando, come e perché vanno a finire gli invisibili finanziamenti comunitari.

[adrotate banner=”5″]