Salute e Benessere
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Partorisce grazie ad ovaie congelate quando era bambina

11 giugno 2015
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Partorisce grazie ad ovaie congelate quando era bambina

Divenuta una triste realtà legata a logiche di avanzamento di carriera e a processi produttivi spietati, la pratica del congelamento degli ovuli rappresenta un settore medico ancora inesplorato, in cui le possibilità di successo restano spesso avvolte dal mistero e legate ad una pluralità di fattori dipendenti da età, condizioni di salute e tempistiche dell’operazione.

Se tutte le dipendenti delle grandi aziende della Silicon Valley a cui viene “gentilmente” offerta la possibilità di congelare ovuli e rimandare così un’ipotetica gravidanza non hanno per tanto l’effettiva certezza di riuscita, l’operazione ha invece prodotto l’esito sperato su una giovane donna belga, i cuiovuli erano stati congelati a seguito di una grave malattia infantile.

Per far fronte ad un’anemia acuta, contratta all’età di 13 anni, alla bambina erano state asportate e congelate le ovaie, dal momento che la terapia per curare la particolare condizione patologica avrebbe comportato la loro distruzione, a causa di rimedi farmacologici piuttosto pesanti e invasivi.

Onde evitare la sterilità più completa, la giovane, originaria della Repubblica del Congo, si era dunque trovatacostretta ad affidare tutte le sue speranze di un’ipotetica e futura maternità al congelamento degli ovuli e al successivo reimpianto, avvenuto puntualmente a distanza di oltre dieci anni dall’espianto.

Grazie all’intervento quasi miracoloso di un’equipe di specialisti facenti capo all’ospedale Erasme di Bruxelles, è stato così possibile reinserire l’ovaio destro alla donna e consentire alla paziente diportare a termine una gravidanza del tutto normale, culminata con la nascita di un bimbo, sano e di ottima costituzione, durante lo scorso mese di novembre.

La donna, oggi 27enne, rappresenta il primo caso al mondo in cui la pratica legata al congelamento delle ovaie viene effettuata con successo su una paziente così giovane e mostra le infinitepotenzialità future di una tecnica medica in grado di produrre esiti sperati anche in caso l’espianto ovarico avvenga prima dell’inizio della pubertà e del pieno sviluppo dell’apparato genitale femminile.

Seppur controversa circa il reale inizio della fase della pubertà della paziente, la vicenda apre dunquenuove orizzonti a tutte le bambine malate e costrette a rinunciare ad una futura maternità per esigenze ben più drammatiche di quelle che hanno prodotto il mostruoso inserimento del congelamento degli ovuli tra i benefit aziendali e tra gli eccessi di una società industriale, ormai spietata.

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