L’esperienza insegna che, qualora si decida di nascondere la polvere sotto il tappeto di casa, la prudenza impone di non sollevare il contenitore d’emergenza, onde non trovarsi di fronte a visioni in grado di sconvolgere la psiche di chiunque ami l’igiene e provi avversione verso i cumuli di sporcizia.
Incurante del monito, Legambiente provvede annualmente ad effettuare un rapido censimento relativo alla qualità delle acque presenti nei nostri laghi, andando così a scoprire immancabilmente una presenza di batteri e agenti patogeni in grado di provocare una catastrofe sanitaria in tutti i potenziali bagnanti e e in chi si trova a risiedere nelle zone adiacenti agli specchi d’acqua.
L’operazione Goletta dei Laghi 2015, appena conclusa, ha infatti rivelato che i nostri poveri laghi si trovano, per oltre il 50%, ad essere inquinanti ben oltre la soglia di tolleranza stabilita dalla legge e dal buon senso, con il risultato di una carenza sostanziale di condizioni igieniche e sanitarie in grado di consentire l’effettiva sicurezza della superficie acquosa.
La complessa analisi che ha coinvolto undici laghi in sei differenti regioni, per un totale pari a 102 campionamenticomplessivi, ha mostrato la presenza di situazioni particolarmente allarmanti riferite al lago Ceresio (l’altra sponda del Lago di Lugano, per intenderci), funestato da anni di scarichi industriali abusivi e al Lago Maggiore, tra le mete turistiche più ambite e inquinante dell’intera Penisola.
Anche procedendo verso sud, il quadro d’insieme non muta di molto, con i laghi di Bracciano e Bolsena ben lungi dal presentarsi come specchi immacolati e con i loro omologhi calabresi alle prese con detriti e scarichi industriali in grado di favorire il proliferare di una fauna lacustre tanto imprevista quanto perniciosa.
L’indagine condotta da Legambiente in collaborazione con il COOU (Consorzio Oli Usati) ha dunque restituito un ritratto ben poco lusinghiero di uno dei nostri patrimoni naturalistici più invidiati e mostrato ancora una volta (come se ce ne fosse bisogno) la diffusa tendenza tutta italiana a smaltire rifiuti e gas di scarico dove non si potrebbe, magari con la compiacenza di governati ed enti locali pronti ad alzare il tappeto quando serve.
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