Freddi per loro stessa natura, i numeri difficilmente entusiasmano le grandi platee e riescono a far giungere a destinazione un messaggio che comporta impegno e riconversione di comportamenti dati per assodati, rimanendo confinati in quell’angusto ambito delle statistiche dove ogni cifra segue la precedente all’infinito.
Se la misura di 0.9 gradi che definisce l’innalzamento medio delle temperature sulla crosta terrestre ha, per tanto, lasciato indifferente il grande pubblico di fronte ai pericoli del riscaldamento globale e all’emergenza climatica in atto, una foto avente per oggetto un povero orso polare, visibilmente sottopeso e malconcio, pare che stia centrando appieno l’obiettivo, suscitando quellaserie di emozioni rese impossibili da dati e disquisizioni teoriche.
Lo scatto in questione, rapidamente diventato virale ad ogni latitudine, è stato ripreso dalla fotografa Kerstin Langenberger e postato su un profilo Facebook, dal quale è iniziata la corsa alla condivisione planetaria e alla solidarietà virtuale verso tutte le specie animali che si trovano a rischio di estinzione per via dello scioglimento dei ghiacci e della conseguente distruzione del loro ecosistema di riferimento.
La foto è stata scattata nei pressi delle isole Salvbard,piccolo arcipelago del mare Galciale Artico, dove le principali risorse del paese sono rappresentate proprio da un costante flusso di turisti desiderosi di osservare, alla debita distanza, gli orsi polari che popolano la regione, considerati tra i più belli e maestosi dell’intero pianeta.
In breve tempo, l’immagine del povero orso deperito e mestamente avvaito verso il cammino che conduce ad una prematura scomparsa ha ricevuto più di 60 mila condivisioni e circa 6 mila commenti su Facebook, ma forse questi non sono che ulteriori freddi numeri in un pianeta divenuto sciaguratamente troppo caldo nell’indifferenza generale.
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